Il Gatto addormentato
(The Sleeping Cat)
Nursery tales by Elisabetta Mancini Camporeale



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Published online: 23 July 2007


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Le avventure di Macalù

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Quella notte aveva piovuto a dirotto e l’acqua aveva inondato i campi fin quasi a sommergere del tutto i muretti di recinzione, quelli costruiti pietra su pietra in modo che tra una pietra e l’altra vi trovino rifugio tante creature del buon Dio.

Tra quelle pietre vi è un andirivieni di lucertole, ragnetti e lumache che lentamente si spostano con la loro casetta sulle spalle.

Appena cominciarono a sentirsi minacciati dall’acqua vi fu un fuggi fuggi generale e tra le pietre rimasero solo i cespugli d’erba, agitati dal vento fresco.

Ai bordi del muretto lungo cui correva un viottolo tutto in salita, un folto gruppo di lumache si dispose in fila indiana e cominciò ad inerpicarsi senza fretta.

Alla testa del gruppo vi era Macalù. Non era tra quelle la più giovane, ma neanche la più anziana. Era senza dubbio la più intraprendente e desiderosa di novità.

Prima d’incamminarsi raccomandò a tutte di non battere la fiacca, ma soprattutto di non perdersi mai d’animo, il viaggio sarebbe stato lungo e pieno di pericoli, ma unendo le loro forze si sarebbero messe in salvo.

Le compagne la guardarono perplesse cercando di attingere dai suoi occhi la fede e l’intraprendenza che Macalù pareva possedere in abbondanza.

Costei lesse nei loro pensieri e così esordì: "Ragazze sia ben chiaro che il primo requisito per raggiungere la salvezza è crederci con tutte le forze".

Le lumache chinarono la testa come per assentire e fiere della loro compagna s’incamminarono alle sue spalle su per il viottolo, lasciando dietro di loro un muco viscido, così che nessuna, seguendo quella scia si sarebbe smarrita.

Con lentezza esasperante, ma senza sosta, il gruppo risaliva il viottolo senza profferire parola per risparmiare il fiato e le energie

Ad un tratto il cielo sulle loro teste cominciò ad oscurarsi a causa di nuvoloni neri neri che non promettevano niente di buono.

Macalù, intuendo l’imminente pericolo, rivolgendosi alle compagne disse: "Ragazze urge trovare un riparo perché prevedo un imminente acquazzone che ci spazzerebbe via definitivamente e poi si avvicina la notte e non conoscendo i luoghi potremmo perderci".

Ancora una volta quelle assentirono e le si accodarono.

Cominciavano a cadere i primi goccioloni, quando Macalù avvistò in lontananza una piccola casetta col tetto rosso, alla cui entrata pendeva un cartellino con su scritto "FIDO"

Macalù fece segno alle altre di seguirla.

Si sarebbero rifugiate lì dentro perché chiunque ne fosse l’occupante con un nome simile non poteva che essere conciliante e magnanimo.

Le creaturine non esitarono un istante ad entrare in quel provvidenziale rifugio.

All’interno regnava il buio più assoluto, ma vi era un piacevole calduccio.

Mentre fuori la tempesta cominciava ad infuriare, andarono ad ammucchiarsi in un angolino di quella che, avrete capito tutti, era la cuccia di un grosso cane.

Fido, un mastino nero come la pece, in quel momento schiacciava un pisolino e non si accorse delle intruse, peraltro silenziosissime.

La notte trascorse tra un susseguirsi di lampi e tuoni e ad ogni tuono faceva seguito un latrato di Fido.

Le povere lumache terrorizzate si erano addossate le une alle altre e tremavano tanto da sembrare un ammasso di gelatina.

La stanchezza però fu più forte della paura e si addormentarono.

Quando il primo raggio di sole del nuovo mattino fece il suo ingresso nella cuccia, Fido si accorse che in un angolo vi erano delle appetitosissime grasse lumache, una colazione ideale dopo una simile nottataccia. Spalancò le fauci ma la bava che ne uscì investì le ignare lumache, che si svegliarono e alzando prontamente gli occhi verso l’alto si videro minacciate da un'enorme dentatura spalancata e poco rassicurante.

Questa volta senza attendere gli ordini di Macalù si diressero di corsa verso l’uscita e se la dettero a gambe con una velocità che mai si era vista prima e mai si sarebbe vista in seguito tra un gruppo di lumache.

Tutt’oggi corrono a perdifiato, senza sosta e il povero Fido ancora stordito si guarda intorno, alla ricerca della sua colazione dissolta nel nulla.









Published online: 23 July 2007


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The adventures of Macalù

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That night there had been a down pour of rain, and the water had flooded the fields, almost completely covering the boundary walls. The old walls were made of stone, and many of God’s tiny creatures found refuge in its hidden crevices.

Among the stones you could see the comings and goings of lizards, small spiders, and snails, as they slowly carried their homes on their shoulders.

On that day, as the water began to rise, all the creatures sensing danger, ran away in great confusion. Only tufts of windblown grass were left behind among the stones.

A group of snails in single file scrambled quickly up the path that ran along the borders of the wall.

Macalù led the way. She was neither the youngest snail, nor was she the oldest. But, she was certainly the most brave, and was eager to see the world beyond.

Before starting on her way, she reminded everyone to move along quickly, but, more importantly, to not lose heart, or give up. The journey would be long and dangerous, but, together they would make it to safety.

Her friends looked at her in amazement, and tried to draw on the abundant faith and courage they could see in her eyes.

Macalù read their thoughts and said: "Girls, it’s clear that if we are all to get away safely, we must first believe it with all our might".

The snails all bowed their heads, nodding in agreement, and proud of their friend, started up the path behind her. They left behind a sticky mucus so that no one would get lost along the way.

The group slowly, but relentlessly continued there climb up the trail. They even refrained from talking in order to save energy.

Unfortunately, during the journey, the sky once again became dark with black clouds, forewarning another storm.

Macalù perceived the impending danger and told her friends: "Girls, we must find shelter; it seems as if another storm is brewing. This time, it will definitely sweep us away. Night is coming, we do not know the area, and we could easily get lost".

Her friends again nodded in agreement, and followed close behind her.

The first rain drops had just begun to fall, when in the distance, Macalù spotted a small house with a red roof. On the front door, a sign was hanging, inscribed with the word "FIDO".

Macalù signaled the others to follow her.

They would take shelter there. With such a name, whoever the owner was, he would certainly be kind.

The little creatures did not hesitate to enter the shelter.

It was extremely dark inside, but, pleasantly warm.

While the storm was beginning outside, they all cuddled up in the corner of what, (as all the readers must have already guessed) was a big dog house.

Fido, a black mastiff, who was taking a nap at that moment, did not notice the extremely quiet intruders.

The night was spent with thunder and lighting, and the loud barking of Fido after each clap of thunder.

The poor snails were terrified, and they huddled together trembling, looking like a mound of jelly.

But the exhaustion from the journey, soon became greater than the fear, and they all slowly nodded off to sleep.

When the first ray of sunlight peaked into the dog house, Fido quickly noticed the tasty, fat snails in the corner. They would be a nice breakfast after such a tiring night, he thought. But as he opened his mouth to snatch them up, the saliva from his jowls ran down onto the unaware snails, and they awoke. They immediately looked up to see Fido’s menacing mouth, and his not so encouraging set of teeth.

This time they did not wait for Macalù’s orders, and ran towards the opening of the dog house. Never before had a group of snails, taken flight so quickly. 

To this day, they can still be seen slithering around at breakneck speed, and poor stunned Fido, continues to look for the breakfast that got away.

(English translation by Mariangela Canzi)








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When not otherwise specified, the English translation was made by the author.