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Carletto,
ai tempi in cui si svolge la nostra storia, era un bimbo goffo e
grassottello e, a differenza dei suoi compagni di scuola, non
adorava giocare a pallone né correre nei prati o giocare a
nascondino, perché il sovrappeso lo rendeva lento ed
impacciato.
Il
suo passatempo preferito era la lettura degli innumerevoli libri
disposti in più file nelle librerie della biblioteca
paterna.
Lo
si poteva trovare lì sprofondato nella mastodontica
poltrona del babbo, che leggeva con avidità un libro di
storia o un romanzo d’avventura.
Così
viaggiava nel tempo o solcava gli oceani per raggiungere terre
lontane e selvagge.
Nella
sua mente si svolgevano cruente battaglie o immaginava di seguire
gli uomini di una tribù africana nella loro battuta di
caccia.
Alla
fine della lettura si sentiva stanco, come se avesse vissuto in
prima persona quelle imprese.
Un
giorno, come di consueto, si accinse ad aprire l’ennesimo
libro per iniziarne la lettura quando, alla terza pagina, un
minuscolo ragno lesto lesto balzò sulla mano di Carletto
dove si fermò guardandosi intorno smarrito.
Ciao,
gli disse Carletto, come ti chiami e che ci facevi nel mio libro?
Il
ragno gli rispose: Non conosco il mio nome, so solo che un giorno
ho aperto gli occhi e mi sono ritrovato tra le pagine di questo
libro, che adesso apprendo essere tuo, ma di grazia con chi ho
l’onore di conferire, rispose il ragno, che aveva tutta
l’aria di un dotto professore piuttosto che di uno
sprovveduto.
Carletto,
assalito da un forte sospetto, lesse il titolo della copertina del
libro in questione e apprese essere una grammatica del 1800, forse
appartenuta al bisnonno.
Quel
ragno, ch’era lì chissà da quanto tempo,
l’aveva letta e riletta fino a conoscerla a menadito.
Bene,
gli disse Caletto, siccome non hai un nome, da oggi ti chiamerai
Sapientino e ti rendo la libertà di cui ha diritto un
saggio come te.
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At
the time our story takes place, Charlie is an awkward and chubby
boy. Unlike his class-mates, he does not like playing football,
nor does he like running in the meadows or playing hide-and-seek.
Charlie is overweight, and this makes him clumsy and slow.
His
favourite pastime is reading the innumerable books, arranged in
several rows, in his father’s libraries.
He
can often be found deep in his father’s big armchair,
greedily reading an history book or adventure story.
While
reading the stories, he finds himself travelling in time, or
ploughing the oceans in search of wild and far off lands.
He
imagines being in fierce wars, or following the men of an African
tribe during a hunt.
At
the end of the story, he often feels tired, as if he had truly
lived the adventure.
One
day, while opening a very unique book, one of the several read on
that day, a little spider jumped from the third page onto his
hand. He stopped, and looked around in a daze.
"Hello",
Charlie says to the spider, "what’s your name, and what
are you doing in my book?"
The
spider answers: "I do not know my name, I only know I opened
my eyes one day, and found myself among the pages of this
book."
Looking more like a wise professor,
than an artless insect, he continues, "I now see the book is
yours, but if you please, with whom do I have the honour of
speaking?"
Charlie, plagued by curiosity,
reads the title of the book, and discovers that it is a grammar
book from the 1800s. Perhaps it had belonged to his
great-grandfather.
The spider, who probably had been there a
long time, surely must have read, and reread the book several
times, and knows it from cover to cover.
"Well",
Charlie says to the spider, "as you don’t have a name,
from now on, I will call you Know
it all Spider,
and I will let you go... for a wise spider as yourself, deserves
to be set free".
(English
translation by Mariangela Canzi)
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