Nel
cortile di uno scialbo condominio di città, vi era un
grazioso giardino con tre panchine e arbusti di rose rosse sempre
molto generosi nella stagione della fioritura.
Poi, sparsi
qua e là, alberi sempre verdi e da fiore.
Quell’oasi
di pace donava tono all’insieme, oltre che rallegrare gli
occhi e lo spirito.
Regalava ombra fresca nelle assolate
giornate estive e una piacevole nota di colore quando in inverno
tutto era grigio e tetro.
Le
cose andarono così, senza scossoni, finché non venne
assunto un giardiniere patito della potatura senza pietà.
Dopo
il suo intervento rimanevano monconi al posto di quelli che erano
stati alberi frondosi e pieni di vita.
Nulla risparmiava
quell’uomo, anche i rami ancora vigorosi venivano
tagliati.
Tutto avevano sopportato quelle creature: il caldo,
il gelo e la neve invernali e perfino l’inquinamento
atmosferico e tutto avevano superato.
Questo però era
davvero troppo.
Dopo l’ennesima potatura selvaggia,
decisero che sarebbe stato meglio cambiare aria e in una notte
d’inverno, barcollanti ed esausti, tolsero le proprie radici
da quel terreno e scapparono in massa.
Trovarono rifugio in
un giardino senza padroni. Lì sarebbero rimasti finalmente
in pace.
Quando,
al mattino del giorno dopo, i condomini si affacciarono ai balconi
per respirare una boccata di aria pura, ebbero un’amara
sorpresa.
Nel giardino regnava una gran desolazione. Le
piante e gli alberi non c’erano più e così
tutte le creature che vivevano grazie ad essi. Era rimasto solo un
mucchio di terra brulla e nera.
Vi
lascio immaginare il loro sconforto e la sensazione spiacevole di
vuoto.
Era come se la vita di tutti si fosse spezzata
all’improvviso.
Nulla fu più come prima.
I
bimbi e le loro mamme si intristirono. Nessuno sorrideva più
e smisero perfino di parlare.
La
situazione aveva raggiunto toni tragici, finchè un bambino
non suggerì alla mamma di comprare un alberello da piantare
nel giardino. A patto, però, disse il bimbo, di cambiare
giardiniere.
Così
fu fatto, dopo un’animata riunione condominiale.
Da
quel momento vi fu come una gara tra i condomini.
A poco a
poco il giardino cominciò a ripopolarsi di alberi e con
essi gli uccellini cinguettanti che rallegravano i piccini con il
loro canto ritornarono numerosi.
La
vicenda aveva spronato tutti a difendere ed ad amare il giardino e
da quel giorno, grazie anche ad un nuovo giardiniere, che curava
con infinito affetto le creature a lui affidate, diventarono tutti
attenti al loro prezioso verde.
Capirono che il verde, la
vita, è un bene troppo importante; che abbisogna di cure,
affetto, competenza.
E
rispetto.
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