Rivabella
è un tranquillo paesino che si affaccia a precipizio sul
mare.
La
spiaggia è un’ampia striscia di sabbia dorata lambita
da un mare di un azzurro intenso come il cielo che lo sovrasta.
Nella
piazzetta del paesino, in cui convergono innumerevoli vicoli,
troneggia una fontana dove due grassottelli puttini fanno
irriverentemente zampillare dell’acqua limpida e fresca.
Qui
ogni giorno arriva una vecchina con il suo carico di amore.
E’
molto anziana e molto povera, ma i suoi occhi hanno la dignità
e la fierezza della giovane donna che fu.
Porta
i capelli bianchissimi raccolti in un fazzolettone stinto, come il
grembiule con le tasche rigonfie. Dopo un po’ pesca da esse
delle molliche di pane e le sparge accuratamente lungo i bordi
della fontana.
Come
ad un segnale prestabilito, accorrono a frotte tanti passerotti
affamati a beccare tutto quel ben di Dio. Sono molliche benedette
perché sottratte alla propria razione di pane, per compiere
un atto di misericordia verso quelle creature.
Quando
anche l’ultima mollica è sparita, così come
sono giunti svaniscono, andando a rifugiarsi per la notte chissà
dove.
La
vecchina allora si guarda intorno soddisfatta e con le tasche
vuote.
Il cuore ricco di gioia pare che voglia sfidare
i compaesani che la chiamano vecchia miserabile.
Vecchia
lo è, ma miserabile no.
Lascia
la piazza e con passo leggero scompare in uno degli infiniti
vicoli, come i suoi amici passerotti.
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